A
19 anni fa
Scrivo per raccontare della mia esperienza dei primi tre anni di lavoro da
ingegnere informatico.
Laureatomi a pieni voti e nel giusto tempo con il buon vecchio ordinamento
mi accingo a cercare lavoro. Le offerte, nonostante l'iscrizione al servizio
di placement dell'università e
vari siti tipo Monster, arrivano col contagocce. Si tratta per la maggior
parte di contratti a progetto o di stage. Scarto i secondi perchè pagati
cifre veramente scandalose (essendo
già dall'università fuori sede, essere pagato meno di quello che devo
sborsare solo di affitto mi sembra abbastanza assurdo!). L'unica offerta di
assunzione con contratto di inserimento
la trovo nella ben nota Accenture, mi informo da alcuni amici che ci hanno
lavorato o ci lavorano e vengo a conoscenza di cose fuori dall'umana
compresione... Lavorare per mesi e mesi
12 (!!!) ore al giorno dall'altra parte del mondo, percependo poco piu' di
1000 euro al mese senza alcun riconoscimento di trasferte o di straordinari.
Ovviamente non tutti raccontano storie di questo
tipo, alcuni hanno fatto questa vita per poco tempo, altri di piu', ma la
sostanza non cambia. Alla fine accetto un'offerta di una piccola azienda di
consulenza, che mi offre 1000 euro a progetto con prospettiva di assunzione
dopo 9 mesi., e mi danno per certi dei premi produzione già al termine del
primo contratto. Non è particolarmente esaltante dal punto di vista
economico, ma mi fa una buona impressione al colloquio e decido quindi di
optare per questa.
L'impatto non è per niente positivo, vengo praticamente abbandonato da
subito all'utilizzo di tecnologie che non conosco, con l'unico input di
scaricarmi qualche manuale da internet e cercare informazioni su google
(c'era anche bisogno di consigliarmelo? Se non mi dai nessun'altra
possibilità di imparare, ovvio che faccio cosi'!). La situazione
nell'azienda è preoccupante, praticamente tutti lavorano a progetto o a
partita IVA, per la maggior parte si tratta di persone molto giovani e con
pochissima esperienza piu' di me. Durante i 9 mesi faccio il programmatore e
riesco piu' o meno ad apprendere un po' di cose, principalmente con la
collaborazione dei colleghi (siamo tutti nella stessa barca...Ci si
aiuta...) e con autoformazione. L'azienda continua a sbandierare fantomatici
piani di formazione (che di fatto non si vedranno neanche col binocolo).
Dopo i 9 mesi l'azienda mi nega l'assunzione, mi nega i premi produzione e
mi ripropone un contratto a progetto allo stesso identico stipendio. A
questo punto decido di andarmene.
Ricomincio l'invio del curriculum leggermente arricchito della poca
esperienza fatta al primo impiego, ovviamente inserisco anche cose che ho
visto solo vagamente o in modo superificiale (quasi tutte...) per fare
migliore figura. Questa volta l'invio è molto piu' intensivo della prima
volta, mando intorno al centinaio di curriculum e ricevo POCHISSIME
risposte, praticamente tutte solo da aziende di consulenza. Di queste alcune
sono ancora contratti a progetto o stage (dopo che uno lavora per quasi un
anno gli proponi uno stage a 350 euro???) e finalmente qualche proposta di
assunzione che non sia Accenture. Provo in una grande multinazionale NON IT,
stipendio interessante (intorno ai 1500 netti con contratto di inserimento)
ma dopo il primo colloquio "psicologico" non ho piu' notizie, attendo ancora
oggi l'esito ("ci faremo sentire entro settimana prossima sia che il
colloquio abbia avuto esito negativo sia positivo"...Vabbè). Provo
un'azienda di consulenza molto molto piccola, a mio parere il colloquio
migliore che abbia fatto (l'unico in cui possono veramente aver capito le
mie competenze, molto lungo e dettagliato sugli aspetti tecnici), mi
propongono assunzione con contratto di inserimento a 950 euro netti. Rifuto
(non mi sembra il caso di DIMUNUIRE lo stipendio già di per sè basso
cambiando lavoro). Altre due possiblità in due aziende di consulenza
medio/grandi, in entrambe 1250 euro netti a tempo indeterminato. A parità di
proposta economica scelgo quella che mi fa l'impressione migliore.
Sono abbastanza soddisfatto, dopo una decina di mesi di lavoro prendo
finalmente uno stipendio che non faccia proprio schifo e con il quale riesco
a tirare a campare e anche a mettere via qualcosa. Ritengo che, vista
l'attuale situazione del mercato dell'ICT, sia una cifra piu' o meno nella
media.
Durante questa seconda attività lavorativa mi scontro nuovamente con gli
stessi problemi dell'esperienza precedente. Pochissime persone con vere
competenze e con poca voglia di trasmetterle, molti "esaltati" che lavorano
al solo scopo di "provare" quello e quell'altro progetto Apache solo perchè
"è di moda", e poi creano dei castelli di carte disastrosi ma vengono
osannati come dei super-esperti di tecnologie da parte di manager che di
tecnologia non sanno assolutamente nulla...
Si continua a rifiliare schifezze ai clienti con ritardi mostruosi,
sviluppando progetti che sono contro l'antitesi di ogni pratica di
ingegneria del software appresa all'università... Scrittura delle specifiche
DOPO la realizzazione del software, documentazione inesistente o piena di
solo fumo, testing fatto "a mano" senza alcun criterio dallo sfigato di
turno (e dire che sono stati scritti interi libri sul testing!), scelta
dell'architettura da usare PRIMA di sapere cosa bisogna sviluppare (a volte
addirittura imposta dal cliente che nulla sa di tecnologia, ma vuole usare
una tecnologia solo perchè "è di moda"), salvo poi rendersi conto che sono
le pecifiche che devono "adattarsi" alla tecnologia usata (quando invece
dovrebbe essere il contrario). Ingegneri gestionali e laureati in economia e
commercio che vendono tecnologia senza neanche sapere quello di cui parlano
"tanto lo fanno gli sviluppatori". Piu' volte mi viene chiesto dall'azienda
di lavorare extra (senza alcun riconoscimento) con la promessa di premi
produzione (che pero' non arrivano mai).
Passano due anni e qualche mese e arriviamo a oggi, con tre anni di lavoro
alle spalle. Le mie competenze si possono riassumere in una scarsa
infarinatura di un po' di tecnologie (usate per lo piu' per brevi periodi e
in modo superficiale). Non posso dire di conoscere qualcosa davvero "bene",
posso dire di conoscerne un po' "benino, quanto basta per poterci lavorare",
e poi ovviamente continue ricerche su google e forum per risolvere la
maggior parte dei problemi e procedere a tentativi, nella speranza di
risolvere i problemi.
Quello che mi rattrista si riassume in due punti:
- La professionalità dell'ingegnere informatico (non solo io, anche quelli
che ho conosciuto) è scandalosa. Saper risolvere un problema cercando la
soluzione su google non è essere professionisti, è cercare un appiglio per
salvarsi. Mettiamo l'ipotesi che un chirurgo in sala operatoria smetta di
operare e vada ad aprire un libro per cercare come si fa l'operazione...
Questo è il paragone piu' semplice che si puo' fare. Ma la dice lunga su
come dobbiamo lavorare. Un chirurgo non viene messo su un'operazione ad alto
rischio alla sua prima esperienza, nè un avvocato fa un'arringa ad un
processo difficilissimo appena laureato, nè un architetto progetta il ponte
di Brooklin appena uscito dall'università. Eppure un informatico viene messo
su progetti giganteschi appena laureato, viene molto spesso abbandonato a se
stesso, cerca di imparare le cose da solo facendo necessariamente degli
errori (e quando si lavora su una parte critica del sistema non è proprio
una buona cosa...). Alcuni hanno la sfortuna di evolversi in
"finti-super-esperti", solo perchè sanno a memoria tutti i progetti Apache e
i design-pattern senza per la maggior parte saperli applicare nel contesto
giusto. Queste persone sono le piu' dannose, sono quelle che portano i danni
maggiori ai progetti, allungano i tempi, obbligano a scelte sbagliate dando
poi la colpa agli altri sviluppatori che non sanno fare il loro lavoro. C'è
poi una categoria intermedia, quella in cui penso di collocarmi, che è
conscia della propria situazione, che cerca di dare il meglio di sè senza
avere la supponenza di sapere ogni cosa, che affronta un progetto e cerca il
modo migliore per risolverlo a prescindere dalla soluzione che poi si
adotterà. La tecnologia è il mezzo per risolvere il problema, non è il
problema ad essere un mezzo per giocare con la tecnologia. Ci sono poi gli
estremi... Chi ha rinunciato a cercare di migliorare e passa le giornate a
navigare su internet o in attività che richiedono due neuroni... E i
pochissimi che hanno davvero imparato molto, vuoi perchè affiancate da
persone davvero capaci, vuoi perchè hanno lavorato su progetti fatti bene,
vuoi perchè hanno dedicato molto tempo (soprattutto extra lavorativo) per
formarsi.
- La situazione delle aziende di consulenza è l'antitesi del diritto del
lavoro: ad una persona che lavora con un contratto a tempo indeterminato E'
ILLEGALE obbligare a lavorare di notte "perchè è necessario per rispettare
le scadenze" senza poi riconoscere nulla. E' ILLEGALE obbligare a lavorare
di domenica senza pagare, E'ILLEGALE negare le ferie nel periodo in cui
dovrebbero essere concesse. E'ILLEGALE obbligare le persone a lavorare 8 ore
al giorno con un contratto a progetto. E'ILLEGALE lavorare su un progetto
che è diverso da quello indicato sul contratto a progetto. Eppure succede,
succede sempre, succede dappertutto. E' UMANAMENTE SCORRETTO non riconoscere
un euro in piu' se mandi uno in trasferta un mese in Australia. E'
UMANAMENTE SCORRETTO far lavorare uno 14 ore al giorno senza riconoscere
nulla. E'UMANAMENTE SCORRETTO proporre dieci contratti a progetto uno di
seguito all'altro ad una persona che vorrebbe aprire un mutuo e non pagarlo
se per una volta sta a casa con l'influenza. E'UMANAMENTE SCORRETTO
promettere dieci premi produzione e poi non darne neanche uno. E'UMANAMENTE
SCORRETTO proporre corsi di formazione se poi non si fanno fare.
Negli ultimi due anni ho chiesto due volte un aumento, mi è sempre stato
negato con motivazioni palesemente assurde. L'unico aumento che ho ottenuto
è stato cambiando lavoro. Non ho MAI ricevuto un premio produzione a fronte
di quasi dieci promesse. Non ho mai fatto alcun corso di formazione, a
fronte di decine di promesse. Continuo a mandare curriculum, mi sono arreso
all'evidenza che tutte le aziende di consulenza sono uguali e mi sono quindi
concentrato su aziende che non hanno come core business l'ICT, ma hanno
comunque al loro interno dei reparti ICT di dimensione ragionevole
(esistono, bisogna solo trovarle...). Nessuna risposta. Ho pensato di andare
all'estero, ma non conosco cosi' bene una lingua al punto di poter vivere in
un altro stato, nè ho il fegato di lasciare tutto e andare all'avventura
nella speranza di trovare qualcosa. Ho chiesto alle aziende in cui lavoravo
di mandarmi all'estero in modo che potessi imparare la lingua (e chissà,
trovare un altro lavoro), nulla. Ho chiesto all'azienda di farmi fare dei
corsi d'inglese, nulla. Ho pensato di fare dei corsi a spese mie (avevo
pensato a inglese e una certificazione come DBA) ma come posso farli
lavorando dalle 9 alle 20? Inoltre hanno un costo che richiderebbe di dover
sborsare praticamente tutto quel poco che potrei mettere via in un anno! Ho
pensato al mondo accademico... Un disastro. La ricerca nell'informatica è
ormai arenata anche in questo caso su tecnologie "di moda", ormai non c'è
piu' niente da inventare, e si re-inventa l'acqua calda. I ricercatori non
se la passano meglio dei lavoratori a progetto. Ho pensato di aprire la
partita iva e lavorare in proprio... E come faccio se non so fare nulla che
non sia un giocattolo informatico da progetto universitario? Potrei lavorare
come consulente a p.iva per un'altra azienda, ma chi mi vorrebbe? Non so far
bene nulla... Ho pensato di cambiare settore completamente, di buttare la
laurea che mi sono sudato e fare tutt'altro... Ma come posso cercare un
altro lavoro senza avere alcuna esperienza?
Non chiedo molto. Voglio un lavoro in cui posso dare il meglio di me
nell'orario previsto. Sono disponibile a lavorare di piu' se mi viene
riconosciuto, non necessariamente in forma economica, anche come formazione
(vera pero'...). Se un monolocale a Milano costa 800 euro, voglio riuscire a
pagarlo, mangiare, e possibilmente mettere via qualcosa che mi permetta, in
un tempo ragionevole, di poter aprire un mutuo (possibilmente che non duri
un secolo...).
Ditemi a chi mi devo rivolgere.
ingegnere informatico.
Laureatomi a pieni voti e nel giusto tempo con il buon vecchio ordinamento
mi accingo a cercare lavoro. Le offerte, nonostante l'iscrizione al servizio
di placement dell'università e
vari siti tipo Monster, arrivano col contagocce. Si tratta per la maggior
parte di contratti a progetto o di stage. Scarto i secondi perchè pagati
cifre veramente scandalose (essendo
già dall'università fuori sede, essere pagato meno di quello che devo
sborsare solo di affitto mi sembra abbastanza assurdo!). L'unica offerta di
assunzione con contratto di inserimento
la trovo nella ben nota Accenture, mi informo da alcuni amici che ci hanno
lavorato o ci lavorano e vengo a conoscenza di cose fuori dall'umana
compresione... Lavorare per mesi e mesi
12 (!!!) ore al giorno dall'altra parte del mondo, percependo poco piu' di
1000 euro al mese senza alcun riconoscimento di trasferte o di straordinari.
Ovviamente non tutti raccontano storie di questo
tipo, alcuni hanno fatto questa vita per poco tempo, altri di piu', ma la
sostanza non cambia. Alla fine accetto un'offerta di una piccola azienda di
consulenza, che mi offre 1000 euro a progetto con prospettiva di assunzione
dopo 9 mesi., e mi danno per certi dei premi produzione già al termine del
primo contratto. Non è particolarmente esaltante dal punto di vista
economico, ma mi fa una buona impressione al colloquio e decido quindi di
optare per questa.
L'impatto non è per niente positivo, vengo praticamente abbandonato da
subito all'utilizzo di tecnologie che non conosco, con l'unico input di
scaricarmi qualche manuale da internet e cercare informazioni su google
(c'era anche bisogno di consigliarmelo? Se non mi dai nessun'altra
possibilità di imparare, ovvio che faccio cosi'!). La situazione
nell'azienda è preoccupante, praticamente tutti lavorano a progetto o a
partita IVA, per la maggior parte si tratta di persone molto giovani e con
pochissima esperienza piu' di me. Durante i 9 mesi faccio il programmatore e
riesco piu' o meno ad apprendere un po' di cose, principalmente con la
collaborazione dei colleghi (siamo tutti nella stessa barca...Ci si
aiuta...) e con autoformazione. L'azienda continua a sbandierare fantomatici
piani di formazione (che di fatto non si vedranno neanche col binocolo).
Dopo i 9 mesi l'azienda mi nega l'assunzione, mi nega i premi produzione e
mi ripropone un contratto a progetto allo stesso identico stipendio. A
questo punto decido di andarmene.
Ricomincio l'invio del curriculum leggermente arricchito della poca
esperienza fatta al primo impiego, ovviamente inserisco anche cose che ho
visto solo vagamente o in modo superificiale (quasi tutte...) per fare
migliore figura. Questa volta l'invio è molto piu' intensivo della prima
volta, mando intorno al centinaio di curriculum e ricevo POCHISSIME
risposte, praticamente tutte solo da aziende di consulenza. Di queste alcune
sono ancora contratti a progetto o stage (dopo che uno lavora per quasi un
anno gli proponi uno stage a 350 euro???) e finalmente qualche proposta di
assunzione che non sia Accenture. Provo in una grande multinazionale NON IT,
stipendio interessante (intorno ai 1500 netti con contratto di inserimento)
ma dopo il primo colloquio "psicologico" non ho piu' notizie, attendo ancora
oggi l'esito ("ci faremo sentire entro settimana prossima sia che il
colloquio abbia avuto esito negativo sia positivo"...Vabbè). Provo
un'azienda di consulenza molto molto piccola, a mio parere il colloquio
migliore che abbia fatto (l'unico in cui possono veramente aver capito le
mie competenze, molto lungo e dettagliato sugli aspetti tecnici), mi
propongono assunzione con contratto di inserimento a 950 euro netti. Rifuto
(non mi sembra il caso di DIMUNUIRE lo stipendio già di per sè basso
cambiando lavoro). Altre due possiblità in due aziende di consulenza
medio/grandi, in entrambe 1250 euro netti a tempo indeterminato. A parità di
proposta economica scelgo quella che mi fa l'impressione migliore.
Sono abbastanza soddisfatto, dopo una decina di mesi di lavoro prendo
finalmente uno stipendio che non faccia proprio schifo e con il quale riesco
a tirare a campare e anche a mettere via qualcosa. Ritengo che, vista
l'attuale situazione del mercato dell'ICT, sia una cifra piu' o meno nella
media.
Durante questa seconda attività lavorativa mi scontro nuovamente con gli
stessi problemi dell'esperienza precedente. Pochissime persone con vere
competenze e con poca voglia di trasmetterle, molti "esaltati" che lavorano
al solo scopo di "provare" quello e quell'altro progetto Apache solo perchè
"è di moda", e poi creano dei castelli di carte disastrosi ma vengono
osannati come dei super-esperti di tecnologie da parte di manager che di
tecnologia non sanno assolutamente nulla...
Si continua a rifiliare schifezze ai clienti con ritardi mostruosi,
sviluppando progetti che sono contro l'antitesi di ogni pratica di
ingegneria del software appresa all'università... Scrittura delle specifiche
DOPO la realizzazione del software, documentazione inesistente o piena di
solo fumo, testing fatto "a mano" senza alcun criterio dallo sfigato di
turno (e dire che sono stati scritti interi libri sul testing!), scelta
dell'architettura da usare PRIMA di sapere cosa bisogna sviluppare (a volte
addirittura imposta dal cliente che nulla sa di tecnologia, ma vuole usare
una tecnologia solo perchè "è di moda"), salvo poi rendersi conto che sono
le pecifiche che devono "adattarsi" alla tecnologia usata (quando invece
dovrebbe essere il contrario). Ingegneri gestionali e laureati in economia e
commercio che vendono tecnologia senza neanche sapere quello di cui parlano
"tanto lo fanno gli sviluppatori". Piu' volte mi viene chiesto dall'azienda
di lavorare extra (senza alcun riconoscimento) con la promessa di premi
produzione (che pero' non arrivano mai).
Passano due anni e qualche mese e arriviamo a oggi, con tre anni di lavoro
alle spalle. Le mie competenze si possono riassumere in una scarsa
infarinatura di un po' di tecnologie (usate per lo piu' per brevi periodi e
in modo superficiale). Non posso dire di conoscere qualcosa davvero "bene",
posso dire di conoscerne un po' "benino, quanto basta per poterci lavorare",
e poi ovviamente continue ricerche su google e forum per risolvere la
maggior parte dei problemi e procedere a tentativi, nella speranza di
risolvere i problemi.
Quello che mi rattrista si riassume in due punti:
- La professionalità dell'ingegnere informatico (non solo io, anche quelli
che ho conosciuto) è scandalosa. Saper risolvere un problema cercando la
soluzione su google non è essere professionisti, è cercare un appiglio per
salvarsi. Mettiamo l'ipotesi che un chirurgo in sala operatoria smetta di
operare e vada ad aprire un libro per cercare come si fa l'operazione...
Questo è il paragone piu' semplice che si puo' fare. Ma la dice lunga su
come dobbiamo lavorare. Un chirurgo non viene messo su un'operazione ad alto
rischio alla sua prima esperienza, nè un avvocato fa un'arringa ad un
processo difficilissimo appena laureato, nè un architetto progetta il ponte
di Brooklin appena uscito dall'università. Eppure un informatico viene messo
su progetti giganteschi appena laureato, viene molto spesso abbandonato a se
stesso, cerca di imparare le cose da solo facendo necessariamente degli
errori (e quando si lavora su una parte critica del sistema non è proprio
una buona cosa...). Alcuni hanno la sfortuna di evolversi in
"finti-super-esperti", solo perchè sanno a memoria tutti i progetti Apache e
i design-pattern senza per la maggior parte saperli applicare nel contesto
giusto. Queste persone sono le piu' dannose, sono quelle che portano i danni
maggiori ai progetti, allungano i tempi, obbligano a scelte sbagliate dando
poi la colpa agli altri sviluppatori che non sanno fare il loro lavoro. C'è
poi una categoria intermedia, quella in cui penso di collocarmi, che è
conscia della propria situazione, che cerca di dare il meglio di sè senza
avere la supponenza di sapere ogni cosa, che affronta un progetto e cerca il
modo migliore per risolverlo a prescindere dalla soluzione che poi si
adotterà. La tecnologia è il mezzo per risolvere il problema, non è il
problema ad essere un mezzo per giocare con la tecnologia. Ci sono poi gli
estremi... Chi ha rinunciato a cercare di migliorare e passa le giornate a
navigare su internet o in attività che richiedono due neuroni... E i
pochissimi che hanno davvero imparato molto, vuoi perchè affiancate da
persone davvero capaci, vuoi perchè hanno lavorato su progetti fatti bene,
vuoi perchè hanno dedicato molto tempo (soprattutto extra lavorativo) per
formarsi.
- La situazione delle aziende di consulenza è l'antitesi del diritto del
lavoro: ad una persona che lavora con un contratto a tempo indeterminato E'
ILLEGALE obbligare a lavorare di notte "perchè è necessario per rispettare
le scadenze" senza poi riconoscere nulla. E' ILLEGALE obbligare a lavorare
di domenica senza pagare, E'ILLEGALE negare le ferie nel periodo in cui
dovrebbero essere concesse. E'ILLEGALE obbligare le persone a lavorare 8 ore
al giorno con un contratto a progetto. E'ILLEGALE lavorare su un progetto
che è diverso da quello indicato sul contratto a progetto. Eppure succede,
succede sempre, succede dappertutto. E' UMANAMENTE SCORRETTO non riconoscere
un euro in piu' se mandi uno in trasferta un mese in Australia. E'
UMANAMENTE SCORRETTO far lavorare uno 14 ore al giorno senza riconoscere
nulla. E'UMANAMENTE SCORRETTO proporre dieci contratti a progetto uno di
seguito all'altro ad una persona che vorrebbe aprire un mutuo e non pagarlo
se per una volta sta a casa con l'influenza. E'UMANAMENTE SCORRETTO
promettere dieci premi produzione e poi non darne neanche uno. E'UMANAMENTE
SCORRETTO proporre corsi di formazione se poi non si fanno fare.
Negli ultimi due anni ho chiesto due volte un aumento, mi è sempre stato
negato con motivazioni palesemente assurde. L'unico aumento che ho ottenuto
è stato cambiando lavoro. Non ho MAI ricevuto un premio produzione a fronte
di quasi dieci promesse. Non ho mai fatto alcun corso di formazione, a
fronte di decine di promesse. Continuo a mandare curriculum, mi sono arreso
all'evidenza che tutte le aziende di consulenza sono uguali e mi sono quindi
concentrato su aziende che non hanno come core business l'ICT, ma hanno
comunque al loro interno dei reparti ICT di dimensione ragionevole
(esistono, bisogna solo trovarle...). Nessuna risposta. Ho pensato di andare
all'estero, ma non conosco cosi' bene una lingua al punto di poter vivere in
un altro stato, nè ho il fegato di lasciare tutto e andare all'avventura
nella speranza di trovare qualcosa. Ho chiesto alle aziende in cui lavoravo
di mandarmi all'estero in modo che potessi imparare la lingua (e chissà,
trovare un altro lavoro), nulla. Ho chiesto all'azienda di farmi fare dei
corsi d'inglese, nulla. Ho pensato di fare dei corsi a spese mie (avevo
pensato a inglese e una certificazione come DBA) ma come posso farli
lavorando dalle 9 alle 20? Inoltre hanno un costo che richiderebbe di dover
sborsare praticamente tutto quel poco che potrei mettere via in un anno! Ho
pensato al mondo accademico... Un disastro. La ricerca nell'informatica è
ormai arenata anche in questo caso su tecnologie "di moda", ormai non c'è
piu' niente da inventare, e si re-inventa l'acqua calda. I ricercatori non
se la passano meglio dei lavoratori a progetto. Ho pensato di aprire la
partita iva e lavorare in proprio... E come faccio se non so fare nulla che
non sia un giocattolo informatico da progetto universitario? Potrei lavorare
come consulente a p.iva per un'altra azienda, ma chi mi vorrebbe? Non so far
bene nulla... Ho pensato di cambiare settore completamente, di buttare la
laurea che mi sono sudato e fare tutt'altro... Ma come posso cercare un
altro lavoro senza avere alcuna esperienza?
Non chiedo molto. Voglio un lavoro in cui posso dare il meglio di me
nell'orario previsto. Sono disponibile a lavorare di piu' se mi viene
riconosciuto, non necessariamente in forma economica, anche come formazione
(vera pero'...). Se un monolocale a Milano costa 800 euro, voglio riuscire a
pagarlo, mangiare, e possibilmente mettere via qualcosa che mi permetta, in
un tempo ragionevole, di poter aprire un mutuo (possibilmente che non duri
un secolo...).
Ditemi a chi mi devo rivolgere.